ASL Cagliari e Operation Smile per ridare un sorriso ai bambini con labiopalatoschisi

Cagliari 22 luglio 2013 - Parte a Cagliari la fase operativa del progetto "Sorrisi in Sardegna” sottoscritto tra il Reparto di Chirurgia Maxillo facciale dell’Ospedale Santissima Trinità della ASL di Cagliari e l’Associazione Internazionale Operation Smile, che ha come obiettivo il trattamento gratuito in favore di bambini, adolescenti e giovani adulti, residenti nel nostro Paese e nei paesi svantaggiati e in via di sviluppo affetti da labio-palatoschisi e da gravi malformazioni facciali.
Grazie all’accordo, il reparto cagliaritano che già da anni svolge interventi nel campo delle malformazioni scheletriche del volto grazie alla presenza di un equipe chirurgica coordinata dal Dott. Maurizio Diego Foresti e composta anche dai Dott. Renato Paracchini, Dott. Luca Vadilonga, Dott.ssa Flavia MG Fatone e Dott. Luca Maria Moricca raggiungerà livelli di eccellenza nelle procedure e nell’esecuzione degli interventi evitando la mobilità dei pazienti sardi verso altre strutture italiane.
Eccellenza garantita dalla presenza del Prof. Scopelliti, Chirurgo maxillo facciale e vice presidente scientifico di Operation smile che affiancherà l’inizio dell’attività al Santissima Trinità martedì 23 luglio con gli interventi Labioplastica bilaterale a un bimbo di 6 anni proveniente dallo Saharawi affetto da labioschisi completa bilaterale mai trattato fino ad ora, e con un intervento di revisione della cicatrice e rinoplastica su una cagliaritana di 16 anni affetta da esiti di Labioschisi monolaterale.
Si è parlato anche dell’attività chirurgica della portaerei Cavour con la sua sala operatoria e lo staff medico di supporto che collabora con i medici della Fondazione accogliendo i piccoli pazienti e i loro familiari – oltre che gli adulti che possono essere sottoposti a trattamento chirurgico.
Il progetto “UN MARE DI SORRISI”, vede insieme la Marina Militare e i medici volontari di Operation Smile Italia Onlus, con l’obiettivo comune di aiutare bambini ed adulti affetti da labio palatoschisi e da malformazioni o esiti di malformazioni della testa e del collo. Cagliari, in virtù di questa iniziativa, potra’ essere verosimilmente tappa del progetto nel 2014.


LPS Labio-palatoschisi: cosa sono
Le LPS sono patologie congenite malformative che possono presentarsi isolate o associate a sindromi sistemiche. In particolare sono caratterizzate da un’interruzione del labbro e/o del palato con ripercussioni funzionali a livello respiratorio, masticatorio e fonatorio. Inoltre possono influenzare la crescita del massiccio facciale esitando in asimmetrie maxillo-mandibolari.
L’incidenza nei soggetti caucasici delle labioschisi è stimata 1:1000 e per le palatoscchisi 0,5:1000.
In Sardegna, si stima che l’incidenza delle LPS sia pari a 1:1000 nati su un totale di 12.000 nati l’anno. Pertanto si stimano 12 casi/annui di bambini affetti da LPS nella nostra regione.
Considerando una media di 3 interventi chirurgici per paziente, la mole dei trattamenti annui totali è di circa 40/annui che, attualmente scelgono l’opzione migratoria. A questi casi vanno sommati quelli provenienti dai paesi meno abbienti ospitati in Sardegna grazie alle Associazioni umanitarie e alle previste affluenze tramite i canali Operation Smile.
Per quanto riguarda l’eziopatogenesi di tale patologia non sono state riconosciute cause certe, ma si pensa dipenda dalla combinazione di fattori ambientali e di fattori familiari: in particolare si ritiene che il consumo di anticonvulsivanti (fenilidantoina), alcool e acido 13-cis-retinoico, nonché la carenza di acido folico in gravidanza possano avere effetti teratogeni ed indurre alterazioni embrionali; infine sembra che il rischio di schisi aumenti nei figli di genitori con età al concepimento superiore ai 30 anni con particolare riferimento all’età del padre.
Attualmente è possibile anche effettuare una diagnosi prenatale ed in particolare labioschisi e labiopalatoschisi possono essere diagnosticate ecograficamente sin dalla XX settimana di gestazione.

Protocollo chirurgico
I piccoli pazienti affetti da tali patologie necessitano di un iter terapeutico a lungo termine: devono, infatti, essere seguiti da un’equipe multidisciplinare dalla nascita fino alla fine della crescita proprio perché il paziente affetto da LPS può presentare dei pattern di crescita differenti dalla popolazione normale. In particolare il protocollo chirurgico a cui devono essere sottoposti tali pazienti prevede: una fase di ortopedia prechirurgica, ovvero l’uso di placche ortodontico-ortopediche che modellano la regione naso-labbro-palato; un primo intervento chirurgico a 4-6 mesi consistente nella chiusura del palato molle e in una plastica del labbro e del naso; un secondo intervento chirurgico a 18-24 mesi consistente nella chiusura del palato duro; ulteriori interventi da definire durante la fase di crescita per la correzione di eventuali esiti scheletrici ed a carico dei tessuti molli.
Attualmente è anche possibile poter eseguire un unico intervento chirurgico a 4-6 mesi di chiusura del labbro e del palato duro e molle (“ALL IN ONE”) quando le schisi presentano un’ampiezza inferiore ad 1cm.
Pertanto è necessario che i piccoli pazienti e le loro famiglie possano rivolgersi ad un unico centro di riferimento a cui fanno capo tutte quelle figure professionali esperte ed indispensabili (genetista, neonatologo, pediatra, ortodontista, logopedista, psicologo, chirurgo, anestesista) per seguire il bambino dalla nascita sino a fine crescita. Solo attraverso la realizzazione di un Centro di riferimento è possibile seguire un protocollo di trattamento medico, chirurgico e di sostegno corretto e standardizzato che permetta di ottimizzare i risultati e ridurre gli esiti, evitando interventi chirurgici ridondanti.
Infine, il corretto coordinamento tra diagnostica prenatale del territorio e centri di riferimento per il trattamento LPS è altresì di fondamentale importanza per informare e rassicurare i genitori dei nascituri su quale sarà l’iter terapeutico