Chiarimenti sull'articolo "Marino, il giallo dei maxi letti"

ospedale marino
In relazione all’articolo comparso sull’Unione Sarda il 13 agosto 2014 dal titolo “Marino, il giallo dei maxi letti”, spiace assistere ancora una volta alla ricostruzione di una vicenda totalmente priva di elementi corrispondenti alla realtà.

L’Ospedale Marino è al centro di una serie di interventi di riqualificazione e adeguamento tecnologico e strutturale che ha portato negli ultimi anni all’avvio di molteplici procedure per l’affidamento dei necessari contratti. Tra questi di particolare rilevanza ai fini della sicurezza la sostituzione di tutte le porte tagliafuoco, l’adeguamento degli ascensori alle vigenti normative di sicurezza e antincendio e la sostituzione (così come per tutti gli altri Presidi ospedalieri dell’Azienda) di tutti i posti letto e degli arredi complementari.

I letti sarcasticamente definiti “maxi” sono assolutamente di una misura standard in coerenza con la vocazione traumatologica del Presidio, del tutto analoghi alle dotazioni di qualsiasi altro ospedale italiano o estero.

La sostituzione degli ascensori già prevista nel piano di riqualificazione del Presidio è assolutamente necessaria per l’adeguamento alle norme di sicurezza e antincendio (non certo subordinata alle dimensione del letto).

Non si comprende dunque l’infondata prospettazione dall’autore dell’articolo che inspiegabilmente collega in maniera artificiosa le due procedure attribuendo loro un profilo di illegittimità (assolutamente insussistente).

Parimenti infondate e diffamatorie risultano altre circostanze presenti nell’articolo relativamente alla procedura di noleggio dei letti, e in particolare sulla “convenienza” economica di tale contratto e sui presunti sprechi che da esso deriverebbero: al riguardo si osserva che il contratto di noleggio (non una mera fornitura di beni in locazione) garantisce la manutenzione e sostituzione dei letti e degli arredi e il loro riscatto dopo 5 anni al costo simbolico di 1 euro.

Per questi motivi l’Azienda si riserva di tutelare il proprio operato oltre che la propria immagine nelle sedi e con le azioni giudiziari che riterrà opportune.