"Febbre alta e dolori ma il medico non la visita"

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La notizia apparsa qualche giorno fa sull'unione sarda dal titolo "Febbre alta e forti dolori ma il medico non la visita" è priva di qualsiasi fondamento e deve essere rettificata, oltre che per ristabilire la verità dei fatti, perché gravemente lesiva per il buon funzionamento del servizio e diffamatoria nei confronti del medico di guardia, il quale, pertanto, si riserva ogni azione legale presso le competenti sedi giudiziarie, a tutela del sua reputazione.
Dalla relazione agli atti della Asl, infatti, risulta che il giorno 18.10.14 presso la Guardia Medica di Assemini non vi fu alcuna diagnosi per telefono (cosa, per altro, consentita in casi particolari) né tantomeno rifiuto da parte del medico di effettuare la visita domiciliare richiesta.
Al contrario, poiché la paziente, secondo quanto asserito dal marito, lamentava dolori e diceva di non potersi recare in ambulatorio, il medico di guardia le consigliò di assumere una compressa di tachipirina per lenire il dolore e la febbre, in attesa della visita domicialre da svolgersi dopo il disbrigo dei numerosi pazienti presenti in ambulatorio (che con tutta evidenza non potevano certo essere mandati via).
Infatti, per quanto non ricorressero i presupposti (nella fattispecie non vi era né impedimento della paziente a recarsi nella struttura, né urgenza della visita) il medico si offrì egualmente di effettuare la visita domiciliare, e alle 20.35 ricontattò il marito della paziente per avvertirlo che si stava recando presso il punto d'incontro concordato (la casa si trova fuori dal centro abitato in una zona di case sparse prive di numero civico), ricevendo in cambio risposte minacciose e arroganti.
Le stesse dichiarazioni del denunciante smentiscono i caratteri d’urgenza della stessa. Tant’è che decide di accompagnare la moglie al Pronto Soccorso soltanto il giorno dopo.
Egualmente falsa l’affermazione di costui quando asserisce che in Assemini non vi fossero farmacie aperte (il giorno era di turno la Farmacia di via Coghe).
E non risponde assolutamente al vero l’affermazione del marito della paziente secondo cui lo stesso si sarebbe offerto di recarsi all’ambulatorio per accompagnare il medico.
Si rammenta che la guardia medica non è un pronto soccorso; bensì garantisce la continuità dell'assistenza durante le ore notturne e i festivi, quando cioè non è reperibile il Medico di Medicina generale: quando il medico riceve una chiamata, effettua una valutazione dei sintomi clinici indicati dal paziente o da altra persona e sotto la sua responsabilità in scianza e coscienza decide se:
- invitare a raggiungere la sede, per una valutazione ambulatoriale laddove possibile
- effettuare la visita a domicilio quando la patologia non consente di recarsi all'ambulatorio;
- rinviare a strutture più adeguate o attivare il servizio di Emergenza Urgenza a suo giudizio, se la patologia non fosse valutabile e gestibile a domicilio;
-limitarsi ad un consiglio telefonico se questa è la richiesta e se, assumendosene la responsabilità, sia in grado di valutare che la domanda del cittadino sia così risolvibile.