Radiologia interventistica nel trattamento del "piede diabetico"

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Il maggior impatto della Radiologia Interventistica sulla patologia diabetica si registra nel trattamento del “piede diabetico”, una fra le complicanze più invalidanti e più frequenti nei pazienti diabetici (incidenza: 2,5-5,9%; prevalenza: 2-10% nella popolazione diabetica).
Il “piede diabetico” è causato dal progressivo e rapido deterioramento dei piccoli vasi arteriosi periferici degli arti inferiori (a livello di gamba e piede), che determinano alterazioni trofiche sempre più gravi della cute e dei tessuti molli, con comparsa di ulcerazioni, fino alla gangrena. L’esito di tali lesioni comporta l’amputazione più o meno estesa a livello delle estremità inferiori.
Il “piede diabetico” è la complicanza che determina il maggior numero di ricoveri ospedalieri per i pazienti diabetici; circa il 40-50% delle amputazioni non traumatiche degli arti inferiori sono eseguite su pazienti diabetici.
L’85% delle amputazioni delle estremità inferiori associate al diabete sono precedute da ulcere del piede, presenti nel 4-15% dei diabetici.
La prevenzione, quale strumento per abbattere i costi sociali del piede diabetico, si articola in prevenzione primaria (ottimizzazione del compenso metabolico, verifica periodica dei piedi e provvedimenti di igiene adeguati) e prevenzione secondaria (diagnosi e trattamento precoce ed efficace delle lesioni iniziali del piede).
Il Radiologo Interventista assume, pertanto, duplice ruolo: diagnostico (nello screening mediante Eco-Color-Doppler e nella pianificazione del trattamento mediante metodiche non invasive come Angio-Tc ed Angio-Rm) e terapeutico (mediante tecniche endo-vascolari di ricanalizzazione dei rami arteriosi, come l’Angioplastica in corso di Angiografia).
I recenti, enormi progressi della tecnologia elettronica delle nuove apparecchiature radiologiche per Angiografia e Radiologia Interventistica e la progressiva miniaturizzazione dello strumentario (cateteri per angioplastica emicro-guide in grado di navigare in distretti arteriosi sempre più periferici) consentono, oggi, di effettuare la dilatazione o la ricanalizzazione di vasi arteriosi molto periferici, di calibro estremamente ridotto: è oggi possibile spingere la ricanalizzazione fino nelle estreme ramificazioni dell’arco plantare, ottenendo la completa ricostruzione dell’albero arterioso.
Il successo tecnico e clinico raggiunge percentuali molto elevate a 12, 24 e 36 mesi dal trattamento e i risultati comparativi con il trattamento chirurgico sono migliori (dati gli ostacoli che quest’ultimo incontra a causa dell’esiguità del calibro dei vasi interessati su cui impiantare il by-pass e nella frequente grave compromissione clinica generale di tali pazienti).
Il Corso “La Radiologia interventistica nel trattamento dell’ischemia critica dell’arto inferiore” organizzato dal Dott. Stefano Marcia, Responsabile del Reparto di Radiologia dell’Ospedale Santissima Trinità, è rivolto a tutte le figure che intervengono nel percorso del paziente affetto da ischemia critica dell’arto inferiore. La gestione di questi pazienti deve essere infatti rigorosamente di tipo multidisciplinare.
Questo meeting sarà pertanto oggetto di confronto tra i medici che seguono il paziente nelle fasi di gestione clinica pre e post procedurale come i medici di base, gli endocrinologi, i diabetologi, gli internisti, i nefrologi e gli specialisti che intervengono in maniera più invasiva nel trattamento come i radiologi interventisti, i chirurghi vascolari e gli ortopedici.
Verranno affrontate tematiche inerenti la diagnosi, l'inquadramento clinico e la gestione della patologia diabetica con particolare attenzione alla diagnostica per immagini e alle procedure di rivascolarizzazione.
Un corretto percorso diagnostico-terapeutico in questi pazienti porterà in molti casi al “salvataggio d’arto”, con un considerevole impatto sociale ed economico sanitario.

Programma Corso "La Radiologia Interventistica nel trattamento dell’ischemia critica dell’arto inferiore"