Come agiscono i vaccini

La prima somministrazione di un vaccino, dopo un periodo di circa 15-20 giorni, stimola nell'organismo, la formazione di anticorpi contro il germe responsabile della malattia.
Come può avvenire tutto questo? La risposta è semplice: il vaccino non è altro che una sorta di "copia" del microrganismo da cui ci difende, simile ma non uguale. Di conseguenza, il vaccino perde la capacità di provocare la malattia, ma conserva il potere di stimolare una efficace risposta da parte del sistema immunitario, paragonabile a quella che si potrebbe verificare "naturalmente".
Il successivo contatto con lo stesso germe suscita quindi una vivace produzione di anticorpi specifici, anche a distanza di molti anni, grazie al fenomeno della memoria immunologica di alcune cellule del sistema immunitario, che sono in grado di ricordare ogni contatto con agenti estranei all'organismo.
La scelta dell'età più favorevole per vaccinare è determinata da tre fattori: il primo è costituito dal momento in cui l'esposizione al rischio di malattia è più forte, il secondo dalla capacità di reazione allo stimolo prodotto dal vaccino, il terzo – per alcune malattie – è rappresentato dal momento in cui gli anticorpi trasmessi dalla madre attraverso la placenta e con l'allattamento cominciano a diminuire e quindi il bambino non è più protetto contro gli agenti esterni.
E' dimostrato comunque che bisogna vaccinare il neonato molto presto, attenendosi alle indicazioni del calendario delle vaccinazioni (vedi documenti correlati). Anche i bambini nati prematuri possono essere vaccinati secondo questo calendario, giovandosi così di una tempestiva immunizzazione.

Precauzioni e controindicazioni
Prima di somministrare i vaccini, il medico vaccinatore raccoglie tutte le informazioni sulla salute del bambino, attraverso la documentazione sanitaria, le indicazioni del pediatra di fiducia e le notizie fornite dai genitori. Per valutare se possono esserci controindicazioni temporanee o permanenti alla vaccinazione occorre sapere se il bambino ha malattie in atto o ne ha avuto di recente, se assume farmaci, se soffre di convulsioni o di allergie, se ha manifestato intolleranza alle precedenti dosi dei vaccini.

• Controindicazioni temporanee
Il bambino, al momento della vaccinazione, deve essere in buone condizioni di salute. Malattie poco importanti, come il raffreddore o lievi infiammazioni delle prime vie aeree, non costituiscono una controindicazione alla vaccinazione, che invece deve essere rinviata quando sono in corso: affezioni acute febbrili; manifestazioni allergiche; terapie con farmaci che riducono la risposta immunitaria al vaccino.

• Controindicazioni permanenti
Le controindicazioni permanenti sono costituite da: malattie neurologiche evolutive, in particolare per alcuni vaccini; malattie del sistema immunitario, per i vaccini costituiti da virus o batteri vivi attenuati; ipersensibilità accertata ai componenti del vaccino; importanti reazioni alle dosi precedenti dello stesso vaccino.

• False controindicazioni
E' bene sapere che alcune malattie come l'asma, le malattie polmonari croniche, le cardiopatie congenite, la sindrome di Down, le malattie neurologiche stabilizzate, la malnutrizione, non costituiscono una controindicazione alla vaccinazione. Al contrario, queste affezioni rappresentano una indicazione prioritaria alla vaccinazione, perché i bambini che ne soffrono sono più esposti degli altri al rischio di contrarre malattie infettive. Anche i bambini prematuri, per lo stesso motivo, devono essere vaccinati seguendo il calendario dei bambini nati a termine, al compimento del secondo mese di vita.

• Effetti collaterali delle vaccinazioni
I vaccini in uso sono sicuri e ben tollerati. In alcuni soggetti possono provocare effetti collaterali di lieve entità, come dolore, arrossamento e gonfiore nella zona dell'iniezione, febbre modesta, irrequietezza o sonnolenza. Questi sintomi compaiono in genere entro 48 ore e regrediscono spontaneamente con l'aiuto di farmaci antifebbrili e antinfiammatori. Molto raramente possono manifestarsi febbre elevata e pianto insolito ed eccezionalmente reazioni neurologiche o allergiche di tipo anafilattico. Subito dopo la vaccinazione, il bambino deve rimanere in ambulatorio per un breve periodo di osservazione, per poter intervenire nel caso, rarissimo, che si dovesse verificare una reazione indesiderata. Bisogna comunque sottolineare che, con l'utilizzo dei vaccini di nuova generazione, il rischio di effetti indesiderati è molto remoto rispetto al rischio di danni irreversibili che possono derivare dalle complicazioni delle malattie naturali. Infatti molte malattie prevenibili con la vaccinazione sono ancora largamente diffuse nella popolazione e possono provocare gravi conseguenze, come l'encefalopatia da pertosse, la cirrosi e il cancro del fegato da epatite B, la sordità da parotite o da rosolia congenita, il ritardo mentale da Haemophilus. Per fare un esempio di rapporto tra rischio/malattia e rischio/vaccinazione, citiamo l'encefalite da morbillo che colpisce 1 su 1.000 malati, mentre le reazioni neurologiche da vaccino antimorbillo sono 1 su 1.000.000 di vaccinati.

Documenti correlati
Calendario delle vaccinazioni per l'infanzia [file.pdf]