Percorso Operating room management: formazione di alto livello nell'UO di Chirurgai del SS. Trinità

santissima trinità cagliari
CAGLIARI, 7 febbraio 2019 - L’importanza delle dinamiche relazionali e di gestione del cambiamento all’interno di una struttura organizzativa aziendale son un tema fondamentale e trasversale ad ogni tipo di realtà produttiva, perché esse stesse ne rappresentano la modalità implementativa nonché parte costituente.
Con questa premessa è stato ideato, creato, e poi svolto nelle giornate dell’1 e 2 febbraio scorso a Cagliari il corso dal Titolo: “Operating room management: nel cuore delle relazioni per l’ottimizzazione del flusso operativo chirurgico correlate alle dinamiche di equipe”.
Il progetto, messo in campo dalla UO di Chirurgia Generale del SS. Trinità della ASSL di Cagliari ha visto partecipare tutte le figure professionali che lavorano per e dentro la sala operatoria (chirurghi, anaestesisti, OSS, infermieri di sala e di corsia). Il corso si è svolto con il supporto di docenti esperti di modelli organizzativi, clinici, emozionali e relazionali: Giorgio Giraudo chirurgo dell’ASO Santa Croce e Carle di Cuneo, Mariuccia Rizzuto coordinatrice daysurgerymultispecialistico “Luigi Conte” di Udine, Fabio De Luca e Massimiliano Presutti, entrambi romani, coach e formatori esperienziali e manageriali Connectance.

L’UO di Chirurgia Generale di Cagliari, diretta da Roberto Ottonello, costituisce un centro di riferimento per la terapia chirurgica delle neoplasie digestive. L'attività, viene svolta con ampio utilizzo di tecniche mininvasive laparoscopiche utilizzate sia in urgenza che per interventi programmati in elezione. Recentemente la delibera regionale 51/21 del 16 ottobre 2018 l’UO ha visto confermare la definizione dei mandati di chirurgia per tale UO con indicazione allo svolgimento della degli interventi chirurgici programmati per le neoplasie del Colon-Retto, dello Stomaco, del Pancreas e vie biliari extraepatiche e per la chirurgia mininvasiva della Colecisti.

L’obiettivo del percorso che si è appena concluso, che sarà riproposto anche in futuro, come precisato dal responsabile scientifico Nicola Cillara, è quello di snellire i processi avviando una rilettura delle organizzazioni, consolidando quanto è appropriato ed eliminando ciò che non determina valore aggiunto al paziente ed alla sua sicurezza. Il tema in discussione è stato la gestione ottimale delle sale operatorie attraverso la valutazione delle migliori performance organizzative e l’attuazione delle eventuali azioni correttive. “Approccio leanthinking alla gestione della sala operatoria” quindi, con l’obiettivo di studiare le soluzioni più coerenti da mettere in pratica per ottenere maggiori vantaggi in termini di outcome clinici, di sicurezza e di razionalizzazione delle risorse disponibili.

La sala operatoria è una delle grandi tecnologie dell’Ospedale, come tale va analizzata attentamente, sviluppando un confronto tra i diversi professionisti coinvolti al fine di migliorare e snellire i processi, a vantaggio ovviamente di tutto il sistema e in particolare dei pazienti. L’Operating Room Management è una disciplina emergente che si occupa di ottimizzare il processo produttivo dei Blocchi Operatori.
La recente reingegnerizzazione architettonica, organizzativa e gestionale dei nuovi Blocchi Operatori unita ai fattori socio-economici di incremento della richiesta di prestazioni a fronte di una equivalenza (o spesso riduzione) delle risorse a disposizione, sottolineano la necessità di ottimizzare il processo produttivo di sala operatoria al fine di poter incrementare la “produzione del prodotto salute”.

Il contesto sanitario ed in particolare quello operativo di sala operatoria mette contemporaneamente al lavoro differenti professionisti, ognuno per la propria competenza, che concorrono ai bisogni di salute del cittadino, all’interno di un processo organizzativo gestionale estremamente complesso che si districa all’interno di un processo produttivo ad elevato rischio clinico per il paziente e che assorbe circa il 30% del budget delle strutture sanitarie. Da qui l’importanza di prendere e far prendere decisioni sostenibili nel tempo al personale e ai pazienti in un contesto in cui la parte emozionale e relazionale (le non technicalskill) lavorano in sinergia per costruire relazioni sostenibili nel tempo.