La situazione attuale

L'emergenza causata dal picco epidemico 2004-2005 può essere considerata oggi rientrata. Il trend migliorativo intravisto nel 2005 è proseguito con un'assenza totale di focolai di PSA registrati dal 12 ottobre 2005 ad oggi. Per la prima volta dal 1978 ad oggi si registra un anno in assenza di focolai.
Le attività di piano condotte nel 2005 - oltre 4.500 aziende sottoposte a prelievi sierologici, con oltre 70.000 campioni esaminati - abbinate con l'aggiornamento dell'anagrafe, l'intensificazione della sorveglianza e in generale del livello d'attenzione al problema, hanno permesso un buon livello di monitoraggio della situazione. Risulta particolarmente rassicurante il dato derivante dall'assenza di sieropositività nei controlli fatti al mattatoio e nelle movimentazioni, che testimonia l'elevato livello di sicurezza dei suini immessi nel circuito commerciale; le sieropositività riscontrate si riferiscono a controlli in allevamento per attività di piano o in applicazione di controlli in zone di restrizioni.
Le attività di formazione e sensibilizzazione sul territorio sono state altresì intense, con incontri tenutisi sia a livello locale che a livello regionale (oltre 10 incontri con rappresentanti regionali, e in alcuni casi nazionali, tra la fine del 2005 e il 2006, tenuti nei comuni dell'area a rischio; numerosi incontri tenuti dalle amministrazioni locali, le ASL, i comitati spontanei; diversi incontri di coordinamento tra vari enti).

Cinghiali
L'organizzazione del sistema di raccolta di campioni dai cinghiali abbattuti e di razionalizzazione del loro riferimento territoriale al fine di garantire la significatività dei risultati ha comportato un importante lavoro di raccordo, informazione e formazione del personale e coordinamento delle attività, in particolare con le ASL, il Corpo Forestale e le associazioni venatorie. Gli areali di campionamento sono stati definiti sulla base della capacità del territorio di ospitare la presenza dei cinghiali, raggruppati per metapopolazioni omogenee (ca. 200-300 Km. quadrati di macchia o bosco per areale). Sono stati esaminati oltre 4.500 campioni sierologici, col 2% di positività riscontrate per PSA, e oltre 1.000 campioni di organo con assenza di positività virologiche.
Il campionamento ottenuto è di gran lunga il più ampio negli ultimi trent'anni, ed ha permesso di ottenere dati validati scientificamente sulla maggior parte del territorio regionale.

Macellazioni familiari
Anche l'incremento dei controlli nelle macellazioni familiari è confortante: nel 2004 sono stati effettuati circa 4.400 controlli, nel 2500 circa 5.500; nel 2006, dai dati parziali della prima parte dell'anno emerge un trend in ulteriore, notevole aumento. Il dato totale sarà disponibile a fine dicembre, in quanto queste macellazioni hanno un andamento stagionale, ma si prevedono oltre 6.500 controlli eseguiti.

Prossimi obiettivi
Accanto agli innegabili miglioramenti del quadro epidemiologico attuali, si deve tenere conto delle criticità ancora esistenti: l'Ordinanza n.1 del 2006 del Presidente della Giunta Regionale, che si prefigge lo scopo della regolarizzazione dell'allevamento suino nei comuni maggiormente a rischio, deve ancora trovare compiuta applicazione. Sono infatti ancora presenti in tali comuni centinaia di allevamenti clandestini, nei quali non è possibile sapere se non indirettamente cosa accade dal punto di vista sanitario. I problemi applicativi nella regolamentazione dell'allevamento suino nei pascoli comunali non dipendono soltanto dagli allevatori, ma anche dall'esigenza di contemperare esigenze e normative afferenti a diversi campi, come agricoltura, ambiente e sanità, che richiedono forme di coordinamento. A prescindere dai pascoli comunali, resta ancora da realizzare compiutamente il percorso di professionalizzazione degli allevamenti suini, e di gestione sanitaria appropriata e differenziata degli allevamenti per autoconsumo familiare. Questi allevamenti, conosciuti in ambito comunitario come "aziende da cortile" (back yard holdings), sono diventati un problema di un certo impatto per l'intera comunità con l'imminente ingresso nell'UE di Romania e Bulgaria, stati caratterizzati dalla presenza di milioni di aziende familiari e da notevoli problemi sanitari, compresa la peste suina classica. In definitiva, non essendo possibile disporre di strumenti di lotta, quali le vaccinazioni, che permettono di semplificare le strategie di gestione sanitaria, l'eradicazione della peste suina africana comporta necessariamente l'adozione di tecniche sofisticate e di difficile applicazione - diagnosi precoce, abbattimenti, indagini epidemiologiche, rintracci ecc. - nell'ambito di contesti allevatoriali ancora non professionalmente evoluti. La sfida dei prossimi anni sarà ancora una volta quella di riuscire a interagire positivamente col mondo allevatoriale e col contesto socioeconomico delle zone interne della Sardegna, affrontando la problematica in modo integrato tra le varie istituzioni regionali (agricoltura, sanità, ambiente ecc.), locali (Comuni, Province), gli organi tecnici (ASL, IZS, Assistenza tecnica all'agricoltura) e le forze dell'ordine, e cercando per quanto possibile la collaborazione attiva degli allevatori, degli industriali e dei trasformatori. L'evoluzione cosciente dell'intero sistema istituzioni-allevatori-filiera commerciale potrà essere l'unico approccio in grado di permettere la definitiva soluzione del problema.

Documenti correlati
- La situazione dal 2004 al 2006 (Fig. 1) [file.pdf]
- I controlli nelle macellazioni familiari (Fig. 2) [file.pdf]
- Ordinanza recante misure straordinarie contro trichinellosi e pesti suine (n. 1 del 2006) [file.pdf]
- Modifiche al decreto di attuazione del piano di eradicazione delle pesti suine [file.pdf]