E dopo l'infarto?

Chi ha subito un attacco cardiaco può prevenire un ulteriore infarto inaugurando una nuova vita di sane abitudini. Purtroppo non sempre ci si riesce: in Italia, dopo sei mesi appena il 40 per cento di chi ha avuto un infarto segue ancora le terapie prescritte dal cardiologo per tenere sotto controllo la pressione e il colesterolo.

Riuscire a cambiare vita e adottare abitudini più sane è ancora più difficile: meno del 50 per cento degli italiani che hanno avuto un infarto modifica le proprie abitudini alimentari per ridurre il peso corporeo e pochissimi decidono di dire addio alla sigaretta.

Ma se medici e pazienti si impegnassero insieme il rischio di un secondo infarto si ridurrebbe della metà. In particolare i controlli in ospedale, frequenti e programmati, e un intervento educativo, continuo e strutturato, permetterebbero ai pazienti di acquisire finalmente uno stile di vita sano e li motiverebbero a seguire con costanza le terapie.

In sostanza subito dopo un infarto è indicato:
• seguire attentamente la terapia farmacologica;
• smettere di fumare;
• mangiare in modo equilibrato e variato;
• tenere il peso sotto controllo;
• fare esercizio fisico moderato e sotto il controllo del medico.

Insomma la prevenzione secondaria può funzionare solo se c'è un impegno costante da parte di medico e paziente: cambiare abitudini è molto difficile, ma è uno dei metodi migliori per garantire la salute del sistema cardiovascolare.