Prima di tutto bisogna sfatare un luogo comune: chi ha il diabete può mangiare qualsiasi alimento, è solo una questione di scelta e di quantità. Questo significa, in pratica, che l'alimentazione consigliata in caso di diabete si discosta di pochissimo dalle indicazioni fornite alla popolazione che non ha il diabete. Detto questo è importante ricordare che i nutrienti che apportano energia – come glucidi o carboidrati, proteine o protidi, grassi o lipidi - devono far parte dell'alimentazione in maniera equilibrata. Secondo le linee guida nazionali ed internazionali, i valori sono i seguenti, riferiti al fabbisogno calorico giornaliero:
• carboidrati 50-60%, quasi tutti complessi e contenenti amido, consentendo piccole quantità di carboidrati semplici (saccarosio) quando ricorra l'opportunità;
• proteine 10-20% lasciando ampio spazio alle proteine di origine vegetale, come quelle contenute nei cereali e legumi;
• grassi, inferiore al 30%. Meno del 10% dovrebbero essere di origine animale e di origine vegetale. Almeno il 15% dovrebbe essere rappresentato da acidi grassi monoinsaturi come l'acido oleico, il maggior componente dell'olio d'oliva extravergine. Occorre prevedere anche una piccola quantità di acidi grassi ω-3, che si trovano nel pesce azzurro, ancora abbondante nei nostri mari.
Una parte importante nell'alimentazione di chi ha il diabete e altre malattie metaboliche correlate – come ipertensione arteriosa, obesità, alterazioni del colesterolo e trigliceridi eccetera - è riservata all'apporto di fibre alimentari, che sono esclusivamente di origine vegetale e che in genere non apportano energia. Il consumo delle fibre dovrebbe essere incoraggiato e l'apporto minimo giornaliero dovrebbe superare i 30 gr. Questo obiettivo può essere facilmente raggiunto se tutti i giorni si prevedono 4-5 porzioni di vegetali o frutta ad alto contenuto di fibre e almeno 4 porzioni di legumi alla settimana. Sarebbe utile anche l'uso di cereali integrali. Tuttavia, non esiste un'alimentazione ideale per chi ha il diabete.