Il farmaco equivalente:
• ha la stessa sicurezza del corrispondente medicinale ''di marca'': contiene infatti lo stesso principio attivo;
• è utilizzato già da parecchi anni, quindi possiede un'efficacia documentata;
• deve superare gli stessi controlli del medicinale non equivalente prima di ottenere dal Ministero della Salute l'autorizzazione ad essere commercializzato;
• ha gli stessi effetti indesiderati e le stesse precauzioni d'uso del corrispondente medicinale ''di marca''.
Quindi è un farmaco di qualità esattamente come il suo corrispondente ''di marca''.
Sicuramente l'utilizzo del farmaco equivalente è un buon aiuto economico: il risparmio va dal 20 al 50 per cento rispetto ai farmaci ''di marca'' corrispondenti, con il risultato che il paziente può essere sicuro di usare gli stessi principi attivi cui è abituato. Il vantaggio si estende anche al Servizio Sanitario Nazionale (SSN) che, risparmiando sulla spesa per alcuni gruppi di farmaci, può reinvestire in altri servizi.
In Italia la legge finanziaria del 2001 ha previsto che sul farmaco equivalente il SSN rimborsi un importo che non sia mai inferiore al 20 per cento in meno del prezzo medio del farmaco ''di marca''.
Nell'autunno 2006 la Commissione Antitrust ha redatto un documento nel quale si dice che, in caso di disponibilità di specialità e generico, il medico dovrebbe prescrivere solo questo secondo, ovvero scrivere sulla ricetta solo il nome del principio attivo. L'iniziativa dovrebbe servire a promuovere l'impiego dei farmaci equivalenti e a garantirne l'efficacia agli occhi del malato perché sarebbe il medico di fiducia a prescriverli e non, come succede oggi, il farmacista a proporre una eventuale soluzione alternativa alla specialità indicata dal medico sulla ricet