Il controllo della scrapie

I tentativi di eradicazione della scrapie con l'abbattimento degli animali con sintomatologia clinica e dei discendenti non hanno dato risultati validi nel passato, in particolare negli USA, paese nel quale l'inizio della lotta contro questa patologia risale al 1952. Piani di controllo della malattia basati sull'abbattimento del gregge infetto, sono stati da tempo avviati in Islanda. Nel piano islandese è prevista, nell'allevamento infetto, la soppressione totale del gregge, la distruzione delle strutture in legno e dei foraggi, la disinfezione degli edifici in muratura, l'aratura dei campi ed infine il vuoto sanitario per tre anni.
Il ripopolamento dell'allevamento è previsto con animali provenienti da greggi di aree ritenute indenni da scrapie. Il piano ancora non ha portato all'eradicazione della malattia e, seppure in una percentuale molto bassa di casi, la scrapie è riapparsa a distanza di anni in allevamenti ricostituiti. Un piano sanitario di questo genere è, in ultima analisi, da ritenere particolarmente oneroso e non proponibile in realtà zootecniche quali quelle delle principali razze italiane. Si rende per questo necessario lo sviluppo di strategie di controllo basate sulla selezione genetica (piani di selezione per la resistenza), peraltro rese obbligatorie dalla recente normativa europea.

Piano di Selezione nazionale
Nel 2004 la Regione Sardegna ha recepito il Piano di Selezione nazionale e facendolo proprio ha emesso un Decreto che è stato di recente modificato con l'emanazione del D.A.I.S. n. 13 del 7 luglio 2006.
Ci si è lungamente chiesto se l'introduzione di un piano per la selezione genetica di capi resistenti alla malattia potrebbe comportare conseguenze negative sui risultati raggiunti per il miglioramento dei caratteri produttivi. Tali conseguenze potrebbero essere legate a quattro potenziali fattori:
• un effetto diretto del gene PrP;
• il linkage disequilibrium del locus PrP con un gene che abbia effetto sulle produzioni e che sia localizzato in prossimità del locus PrP. In altri termini significa che se un gene che interessa le caratteristiche produttive è adiacente a quello che conferisce suscettibilità alla scrapie, allora la selezione di caratteristiche di resistenza alla malattia ne potrebbe determinare la scomparsa
• un "effetto fondatore" per il quale vi è associazione tra il genotipo al locus PrP e il valore poligenico per i caratteri produttivi;
• la perdita di pressione di selezione per il fatto che si è introdotto un altro obiettivo di selezione.

L'eventuale presenza di effetti legati ai primi due aspetti dovrebbe essere evidenziata da una differenza produttiva tra i genotipi al locus PrP dovuta o a un effetto diretto o al linkage con un altro gene implicato nel determinismo genetico di un carattere produttivo. In letteratura sono stati realizzati diversi studi i quali non hanno evidenziato alcun effetto (Elsen et al., 2002).
Anche nella razza Sarda, alla luce di recenti studi si è escluso un effetto diretto o entro-famiglia del locus PrP sui principali caratteri produttivi e funzionali: produzione di latte, grasso e proteina, percentuale di grasso e proteina, morfologia mammaria (posizione del capezzolo, attacco della mammella, grado di separazione delle emimammalle, altezza della mammella) e qualità del seme (volume, motilità e concentrazione).
Il terzo effetto, cioè la possibile associazione preferenziale tra un genotipo al locus PrP e il valore poligenico per i caratteri produttivi, non dovrebbe riguardare razze numerose come la Sarda, ma essere più facilmente riscontrabile in piccole popolazioni o a livello di singolo allevamento, dove i pochi riproduttori omozigoti resistenti potrebbero rivelarsi di valore poligenico negativo per i caratteri produttivi. In popolazione di grandi dimensioni, quali la Sarda un effetto di questo tipo potrebbe generarsi nel corso della selezione per la resistenza.
E' infatti probabile che i riproduttori di genotipo omozigote sensibile che dovessero permanere in riproduzione nel corso del programma siano anche estremamente positivi per caratteri produttivi e morfo-funzionali. Ciò oltre a renderne estremamente difficoltosa l'esclusione dalla riproduzione, genererebbe negli allevatori il dubbio che i genotipi sensibili siano in realtà i più produttivi. Tale problematica può in effetti essere affrontata programmando per queste linee un piano di recupero.

Prospettive future
La scrapie anche in Sardegna rappresenta una problematica sanitaria dell'allevamento ovino che potrebbe presentare in futuro potenziali gravi ripercussioni economiche. Si rendono per questo necessari piani di controllo ed eradicazione della malattia. Considerato la mancanza di test in vivo, la probabile diffusione in tutta l'isola della malattia, l'impossibilità di applicare un sistema di sorveglianza realmente capace di monitorare la situazione sanitaria dei greggi, la selezione genetica appare, allo stato attuale delle conoscenze, un metodo di controllo irrinunciabile.
Un piano di selezione genetica, attuato congiuntamente a un sistema di sorveglianza capace di monitorare lo stato sanitario delle greggi, che assicuri la riduzione dei fattori di rischio, potrà garantire produzioni, latte e carne, con il massimo grado di sicurezza. L‘attendibilità scientifica della relazione tra resistenza alla scrapie e l'allele ARR è suffragata sia da dati sperimentali che da quelli relativi ai piani di sorveglianza, i quali dimostrano che la possibilità di trovare animali infetti con genotipo ARR/ARR è sicuramente molto bassa, se non nulla e risulta di fatto irrilevante ai fini del successo del piano.
La possibilità che con questa attività di selezione sull'ovino si rischi di "adattare" particolari ceppi dell'agente eziologico della scrapie ai genotipi sinora ritenuti resistenti sarà monitorata mediante un controllo sanitario con test rapidi sia su tutti gli animali morti in stalla che sulla quota di riforma. Questo monitoraggio sanitario ha lo scopo principale di mettere in luce l'eventuale sviluppo di questo fenomeno e una sua insufficiente attuazione porterebbe alla mancanza di una reale prova del raggiungimento della eradicazione della scrapie. Il rischio, evidenziato da alcuni, che si possano selezionare ovini di minore valore produttivo e magari predisposti ad altre malattie, è smentito da dati scientifici elaborati in questi ultimi anni. D'altra parte è inverosimile che un solo gene sia in grado di influenzare fenomeni così complessi come la produzione di latte e di carne o la predisposizione a determinate malattie, che risultano essere modulati da un numero elevato di geni. Alla luce di tutto questo e considerando che ormai altre nazioni europee nelle quali la zootecnia riveste un ruolo importante - come Francia e Gran Bretagna - hanno attuato piani di selezione genetica per la resistenza alla scrapie già da qualche anno, riteniamo che sia importante che tale strategia venga avviata al più presto anche in Italia.

Documenti correlati
Provvedimenti legislativi (Regolamento CE 260/2003 e successive modifiche) [file.pdf]