Gli anziani e i bambini

Rispetto a quanto sappiamo nell'adulto, le nostre informazioni sulla sicurezza dei farmaci in bambini e anziani sono minori, innanzitutto perché la gran parte dei farmaci in commercio, nei primi studi sull'efficacia e sicurezza, non è stata studiata su di loro. Questa scelta prudente, da una parte, riduce i pericoli iniziali per le fasce sociali più deboli, dall'altra fa sì che le informazioni utili per l'impiego di un farmaco in bambini o adulti devono essere ricavate indirettamente, ovvero da quanto abbiamo scoperto sull'impiego di quel farmaco nell'adulto.

In particolare, gli anziani sono più ''a rischio''di sviluppare effetti indesiderati per diversi motivi:
• nella terza età spesso convivono più malattie per le quali vengono assunti diversi farmaci;
• il fegato non è in grado di metabolizzare efficacemente molti farmaci perché con l'età l'attività enzimatica diminuisce;
• i reni non riescono a eliminare in modo efficace i farmaci con le urine;
• con l'avanzare dell'età, si riduce la quantità di acqua nell'organismo, quindi i farmaci che si sciolgono in acqua raggiungono concentrazioni più elevate;
• il 40 per cento degli anziani non segue le prescrizioni del medico, spesso per dimenticanza.

Tutte queste ragioni rendono ancora più importante nell'anziano il rapporto malato-medico perché solo in questa cornice può esserci una comunicazione chiara e soddisfacente sull'uso corretto dei farmaci prescritti.
Nei bambini, invece, eventuali sorprese iniziali sull'impiego dei farmaci, almeno le prime volte, possono derivare dal fatto che il metabolismo del fegato può essere diverso.

Ovvero, fatte le dovute proporzioni per il peso diverso, il fegato di un bambino può inattivare il farmaco in modo più lento o più rapido e questo aumenta o riduce l'effetto del farmaco. Come detto, queste preoccupazioni si riducono via via che il farmaco è in commercio ed è stato usato nei bambini.