Risposta all'articolo sullo strano caso del "Signor Pistis" apparso il 5 agosto 2011 su Sardegna24

In riferimento all’articolo apparso sul quotidiano Sardegna 24 in data 5 agosto 2011, inerente l’attività del P.O. Marino, si precisa quanto segue.

E’ innanzi tutto necessario premettere che il presidio ospedaliero Marino svolge come attività prevalenti quelle correlate all’area ortopedica, traumatologica e di microchirurgia ricostruttiva gestendo, per ciò che attiene a queste aree medico-sanitarie, oltre 25 mila prestazioni all’anno.

L’attività del personale medico ed infermieristico è articolata su fasce orarie, al fine di razionalizzare l’attività, snellire i tempi di attesa e visitare il maggior numero di pazienti.

Pertanto, nei 3 ambulatori operativi dedicati, vengono visitati quotidianamente nel corso della mattinata (con orario dalle 8.30 alle 14.00, prevedendo in media tre viste/ora) circa 50 pazienti, in linea di massima con la seguente organizzazione:

-9 in post-dimissione (DRG) dalle ore 8.30 alle ore 9.30;
-24 per visite successive alla prima dalle ore 9.30 alle ore 11.30;
-9 per prime visite prenotate tramite CUP dalle ore 11.30 alle ore 12.30;
-12 inviati direttamente dal Pronto Soccorso dalle ore 12.30 alle ore 14.
In questa fascia orario, in base alle presenze nel pronto soccorso, resta eventualmente spazio per le emergenze.

Dal mese di settembre 2010 il sistema di organizzazione delle agende per la prenotazione dei pazienti risulta essere totalmente informatizzato anche per i pazienti che necessitano di ulteriori visite specialistiche differite (provenienti e non dal PS). Per fare questo, ogni medico deve prescrivere il controllo su impegnativa del SSR (ricetta rosa): senza di questa non è possibile prenotare sul sistema informatizzato una visita se non correlando la prenotazione ad un numero di impegnativa. Questo nuovo sistema, che ha richiesto un training di tutto il personale medico e infermieristico, ha permesso di limitare notevolmente l’imprevedibilità e la variabilità quotidiana del numero degli accessi, migliorando l’organizzazione del lavoro sia per gli operatori che per gli utenti, oltre a garantire una maggiore trasparenza e affidabilità di rispetto degli orari per i pazienti.

E’ evidente che una macchina organizzativa così complessa non possa e non debba essere rigida e inflessibile, poiché le variabili esistono e dipendono da svariati fattori:
-dal numero di dimissioni, in quanto i pazienti arrivano in base alla data e all’ora del controllo indicato sul foglio di dimissione e devono comunque essere visitati indipendentemente dall’orario di arrivo e dalle altre presenze;
- dal numero di pazienti del Pronto Soccorso, che spesso non sono prenotati nel sistema informatizzato ma che devono essere necessariamente visitati;
- dalla presenza di pazienti che, seppur prenotati per una certa data, si recano all’ospedale per motivi personali, spesso validi, in giorni diversi;
- da tutti quei pazienti che hanno l’indicazione nell’impegnativa di “visita urgente” e che pertanto devono comunque essere visitati con una certa immediatezza.

Alla luce di quanto detto, appare dunque evidente la necessità di disporre di spazi vuoti nelle sequenze delle visite, dando così alla lista una certa flessibilità, al fine di rendere possibile la gestione delle emergenze senza creare disagi ai pazienti prenotati.
E’ davvero difficile pensare che si sia trattato di un sistema organizzato con malafede per inserire utenti ”privilegiati” non prenotati, dato che tutto il lavoro fatto sulla riorganizzazione delle attività/informatizzazione delle agende di prenotazione è basato proprio sul principio della trasparenza. E’ chiaro che quel nome fittizio è solo un modo, ormai conosciuto tra gli operatori, per lasciare spazi liberi utili alla gestione di emergenze fuori programma.

Visto il carattere ironico di alcuni passaggi dell’articolo in questione, si auspica che per il futuro siano richieste le dovute informazioni prima di accusare di inganno e sotterfugi un sistema organizzativo caratterizzato dal costante impegno degli operatori affinché l’assistenza ai pazienti sia la più idonea possibile.

Altro discorso è quello relativo alle liste d’attesa, che costituiscono per questa Azienda (come per tutta la sanità italiana) un problema molto serio e complesso che si sta cercando di affrontare; affermiamo con determinazione che tale argomento non sia minimamente assimilabile alla presenza del “signor Pistis” nelle agende del Presidio Marino, così come l’articolo ha voluto lasciar intendere.